Alessia Taglianetti

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Benvenuti nelle terre del Dahu: passeggiata tra le borgate di Usseaux nel cuore dell'autunno

Scritto in collaborazione con Nicolò Anselmetto ✍🏼

Tempo di lettura stimato: 2 minuti

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Nelle terre del Dahu: passeggiata tra le borgate di Usseaux nel cuore dell'autunno Podcast

«While these autumn leaves float around everywhere»

— Autumn, Paolo Nutini

Respira.
A volte basta una camminata per rallentare, per riscoprirsi vivi, ascoltando il cuore che pulsa nel petto.

A Balboutet, osservando gli alti silenzi della Val Chisone, sotto al gran bosco di Salbertrand e al parco Orsiera Rocciavré, ho ascoltato il vento sulla mia pelle, ho lasciato che guidasse i miei passi incerti, mi sono sentita fragile.

Si spogliano i larici accarezzati dalla neve.
Si ferma il tempo, nella borgata delle meridiane.

A Balboutet, tra larici e pioppi tremuli

In autunno, le vallate alpine si vestono di mille sfumature, e il mantello di foglie che rende scivolose le vecchie mulattiere nasconde storie di uomini e natura.

I prati e i pascoli, color terra di Siena, si guardano negli occhi e contano ogni anno qualche ettaro in meno, strappato dalle latifoglie e dai larici dopo l’abbandono dell’uomo. I larici, unici tra le conifere italiane, lasciano che la neve scrolli via ogni anno il loro manto di aghi, e riempiono i prati che saranno pascolati l’anno successivo dalle vacche e dalle capre. I pioppi tremuli agitano le foglie alla brezza che soffia lungo i pendii seguendo la temperatura dell’aria e la pressione atmosferica.

Dall’abitato di Usseaux, gemma incastonata in Alta Valle Chisone, si può scegliere uno dei molti sentieri che permettono di spostarsi verso il gruppo dell’Orsiera – Rocciavrè a est, o verso il Gran Bosco di Salbertrand a ovest.

Proseguendo dapprima sulla strada asfaltata e poi inerpicandosi per un breve tratto su una vecchia mulattiera, si raggiunge l’abitato di Balboutet, una delle cinque borgate del comune di Usseaux.

Qui sono i frassini e gli aceri montani a fare da padrone, stagliandosi dritti e densi nelle terre che fino a pochi decenni fa erano occupate da campi di segale e patate, da prati sfalciati e pascolati. Le loro radici spingono a valle le pietre dei vecchi muretti dei terrazzamenti e con loro cadono le storie e il sudore dei vecchi abitanti delle borgate.

Salendo di quota verso il sentiero GTA e la strada per l’Assietta i larici si alternano ai pochi pini silvestri e abeti rossi, occupando uno spazio che sale sempre più verso le cime, conseguenza anche del riscaldamento globale.


Il dono del Moe

Un’antica usanza di Usseaux - probabilmente di origine celtica - vuole che dopo le elezioni comunali le persone che abitano la borgata salgano nel bosco, scelgano uno dei larici più belli e, dopo averlo tagliato e trasportato, lo piantino in un angolo della casa del neoeletto sindaco.

Il “Moe” rimane per tutto il mandato del sindaco e lo si può considerare come un simbolico “scettro” posto nelle mani del nuovo amministratore, un’offerta delle ricchezze e del lavoro della comunità, ma anche come monito per ricordargli il dovere di amministrare al meglio le cose comuni nell’interesse della collettività.

Nelle terre del Dahu

I comuni della media Val Chisone e dalla Val Germanasca, dai 620 metri di Perosa Argentina ai 1145 metri di Fenestrelle, sono riuniti nel nome del Dahu, animale leggendario.

La tradizione descrive il Dahu simile a una capra, caratterizzata però dall’asimmetria delle zampe: quelle di destra più lunghe, quelle di sinistra più corte (o viceversa), adatte a muoversi meglio sui ripidi pendii montani. Si distinguono così Dahu levogiro e Dahu destrogiro: questa caratteristica fisica, infatti, avrebbe consentito all’animale di girare attorno alla montagna seguendo sempre la stessa direzione.

Per natura curioso, questa caratteristica lo avrebbe reso molto facile da catturare: sarebbe bastato sorprenderlo alle spalle, pronunciare ad alta voce “Dahu!” e aspettare che questo, spinto dall’incontrollabile desiderio di sapere, si girasse per guardare chi ne avesse pronunciato il nome. Inevitabile poi la caduta, una volta trovatosi con le zampe più corte sul lato a valle.

In Val Chisone la montagna è accogliente e il Dahu, tra storia e leggenda, è divenuto un simbolo di rilancio del territorio da un punto di vista turistico ed enogastronomico. Allora ecco che, dopo aver percorso i sentieri di Balboutet e le stradine lastricate di Usseaux, alle soglie del bosco si trova la merenderia dal Dahu.

Qui verrete accolti da Sabrina e potrete assaggiare ottimi piatti della tradizione montana, tra cui una ghiotta polenta taragna condita con salsiccia o con una deliziosa fonduta di toma locale.

đź“ŤVia Fenestrelle, 9
10060, Usseaux (Torino)
ℹ️Costo medio 25€

Quando arte e tradizione s’incontrano

Usseaux è conosciuto per essere il borgo dei murales, oltre a essere uno dei più belli d’Italia. Le facciate delle case sembrano uscite dalle pagine di un libro di fiabe, tra un’opera e l’altra di Melissa Abate Daga e altri artisti della zona.

Passeggiando tra le strette vie del borgo si trovano oltre 40 murales raffiguranti l’antica vita contadina, elementi della natura e curiosi personaggi del mondo delle fiabe.

In queste settimane, poi, si inizia a respirare la magia del Natale: il 21 novembre era una giornata di sole, ma negli ultimi giorni Usseaux si è dipinta di bianco e riposa sotto la neve.

Questo è un ottimo periodo per visitare il borgo, ma anche Balboutet e Pourrieres: il 4, il 5 e l’8 dicembre ci sarà l’ottava edizione di inSTALLArte, troverete i mercatini di Natale nelle stalle e nelle piazze delle borgate, mostre di artigianato locale e atelier di pittura, ma anche la mostra di fotografia naturalistica “In alta Val Chisone… e non solo”.


Per maggiori informazioni si può fare riferimento all’ufficio turistico comunale:
đź“Ť Via Conte Eugenio Brunetta, 53
📲 0039 012183909
📧 info.usseaux@gmail.com

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